Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE -
Anno XIX – 15 ottobre 2022.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia
del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Danni microstrutturali al cervello
da cocaina ed eroina nell’assunzione cronica. Sarah G.
King e colleghi, mediante trattografia MRI, hanno individuato negli assuntori
di cocaina danni cerebrali, evidenti come ridotta coerenza nella connessione
tra corteccia prefrontale e abenula, una struttura importante nei
comportamenti indotti da ricompensa e avversione. Un quadro simile è stato
rilevato negli assuntori di eroina. [Cfr. Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2022.09.01,
2022].
Gliomi: efficacia della
temozolomide (TMZ) nelle nuove nano-formulazioni. L’elevata
malignità delle forme più comuni di gliomi costituisce ancora un gravissimo
problema clinico, per il quale la principale possibilità rimane il trattamento
chirurgico. La temozolomide (TMZ) ha mostrato efficacia antiproliferativa e
citotossica sul glioblastoma multiforme e sull’astrocitoma mesenchimale
ricorrente. Jiefen Yang e colleghi propongono una rassegna esaustiva delle possibilità
e dell’efficacia delle nuove nano-formulazioni dirette selettivamente al
cervello. Anche se la nano-TMZ non cambierà radicalmente la prognosi, in molti
casi migliorerà la sopravvivenza. [Cfr. Jiefen Yang et al.,
J Drug Target – AOP doi: 10.1080/1061186X.2022.2119243, 2022].
Uno strumento per mappare la
microglia rivela fenotipi dipendenti dal sesso e dalla regione. Gli stimoli
ambientali hanno una grande influenza sulla morfologia dinamica della microglia
e inducono cambiamenti non identificati dalla morfometria ordinaria. Gloria
Colombo e colleghi hanno realizzato morphOMICs, uno strumento che ha rivelato
fenotipi dipendenti dalla regione cerebrale e dal sesso. [Cfr. Nature
Neuroscience 25, 1379-1393, 2022].
L’apprendimento motorio induce pattern
dinamici di mielinizzazione intermittente. Il
rimodellamento della mielina si verifica in risposta alle variazioni di
attività neuronica ed è richiesto per memoria e apprendimento. Il legame tra l’attività
assonica connessa all’apprendimento motorio e la nuova mielina nei circuiti
attivi è stato individuato da Clara Bacmeister e colleghi in specifici pattern
dinamici che probabilmente contribuiscono alla codifica dell’informazione. [Cfr.
Nature Neuroscience 25, 1300-1313, 2022].
Auspichiamo l’intervento del
Ministero della Salute per evitare la chiusura del Reparto di Terapia del Dolore
del Cardarelli di Napoli. È stato il primo reparto per cure palliative dell’Italia
Centro-Meridionale (legge 38/2010) sorto presso l’Ospedale Cardarelli di
Napoli, il più grande complesso ospedaliero del Mezzogiorno, storico punto di
riferimento clinico di diagnostica, terapia e formazione sanitaria in tutte le
specialità mediche e chirurgiche. Nel mese di ottobre è prevista la chiusura di
questo reparto. Le cure palliative – e specificamente la terapia del dolore condotta
in regime di monitoraggio e costante adeguamento alle condizioni del paziente –
non costituiscono solo un sollievo dalla sofferenza ma possono prolungare la
vita. La Società Nazionale di Neuroscienze “Brain Mind & Life Italia”, al
fianco degli ammalati, dei medici e di tutto il personale impegnato in questa
preziosa opera di assistenza, chiede l’intervento del Ministero della Salute
per la risoluzione dei problemi che hanno indotto a decretare la chiusura. [BM&L-Italia,
ottobre 2022].
Lo scorso 10 ottobre si è celebrata
la Giornata Mondiale della Salute Mentale. La
nostra società scientifica, che interpreta questa ricorrenza come occasione di informazione,
conoscenza e prevenzione, ha messo come ogni anno materiale gratuito a
disposizione di tutte le persone interessate. Attività Motoria, Alimentazione,
Relazioni Interpersonali sono da sempre i tre ambiti che noi insegniamo
a curare per prevenire disturbi depressivi e da stress. Abbiamo
combattuto l’idea del singolo disturbo eletto a tema della giornata, perché in
tal modo nemmeno in cento anni si copre lo spettro delle tematiche rilevanti, e
abbiamo denunciato la strumentalizzazione da parte della multinazionale danese
Lundbeck – produttrice di farmaci psicotropi e condannata dalla Commissione
Europea – che in Italia ha monopolizzato questa giornata con l’iniziativa “Insieme
per la salute mentale”. [BM&L-Italia, ottobre 2022].
Ingannevolezza delle origini: dall’infinito
a Darwin. Origo latina, diventata Ursprung nella riflessione
dei grandi filosofi tedeschi degli ultimi due secoli, designa un immaginario
luogo temporale nella diacronia dell’esistente. “Immaginario” è il termine
chiave che esprime tutta la consapevolezza di una convenzione; infatti,
la nostra mente non può attingere al reale dell’esperienza delle origini, ma
deve limitarsi a risalire ad un tempo ipotetico in cui abbia avuto inizio
qualcosa della vita mentale o, addirittura, l’uomo stesso e la sua vicenda.
Tradizionalmente questo campo, se si esclude il pensiero religioso, è stato
dominato da due approcci: lo storico e il filosofico, ciascuno con le sue
peculiarità e i suoi limiti. A questi due paradigmi si è aggiunta, con Darwin,
la prospettiva biologica della ricerca, in termini di meccanismo, sull’origine
dell’uomo.
Thomas Mann ne Le storie di Giacobbe delinea
in modo sintetico ed efficace i problemi del procedere storico: “Profondo è il
pozzo del passato. Non dovremmo dirlo insondabile?”[1]
Certamente accade che l’immersione nel buio del passato non porti alla luce le
origini, ma ci dia la sensazione di una discesa senza fine in un pozzo senza
fondo, e questo – dice Mann – accade ancora di più “quando si parla e si discute
del passato dell’uomo, di questo essere enigmatico”[2]. Quanto
più si scende, come in uno scavo archeologico, “tanto più i primordi dell’umano,
della sua storia, della sua civiltà si rivelano del tutto insondabili e, pur
facendo discendere a profondità favolose lo scandaglio, via via e sempre più
retrocedono verso abissi senza fondo”[3]. Più ci
si immerge e più l’oscura ambiguità si fa enigmatica e “l’insondabile si diverte
a farsi gioco della nostra passione indagatrice, le offre mete e punti di arrivo
illusori”[4].
La ricerca delle origini attraverso la storia può
condurci a una deriva senza fine, allora sarà opportuno rinunciare a una tale
impresa e limitare la nostra indagine a individuare un inizio più
circoscritto[5]. Anche
se per un fine diverso, ossia lo studio dell’origine del concetto di
infinito, l’individuazione di un inizio, come ridefinizione dell’obiettivo
del ricercare le origini, è stata considerata di recente: “Immaginiamo quindi la
nascita delle idee matrici di concetti dall’esperienza primordiale dell’uomo
immerso nella realtà naturale: un ipotetico inizio, in realtà inesistente in quanto
tale, che si può fissare solo per convenzione immaginaria in un tempo ideale,
modello di quello che ha avuto luogo miriadi di volte nella mente di ciascun individuo”[6]. E si
concludeva che, non potendo determinare l’esatto inizio di particolari idee, si
deliberava di procedere in questo modo: “Dunque, nel risalire alla nascita di
tali idee, non pretendiamo di riconoscere un autentico inizio, ma ci
accontentiamo di cogliere, nel nodo che ha legato esperienza e conoscenza
nei primordi naturali, un processo mentale paradigmatico”[7].
Per ciò che concerne la prospettiva sull’origine
dell’uomo inaugurata da Darwin[8], è
opportuno sottolineare che riguarda il meccanismo biologico che avrebbe
portato alla comparsa della specie umana: un come ciò sia avvenuto, intrinsecamente
indipendente dal quando, dove e perché ricorrenti nella
storia del pensiero a proposito dell’Origine. [Monica Lanfredini,
BM&L-Italia, ottobre 2022].
I rapporti elementari di parentela
sostengono la volontà monogamica nell’uomo. Euriloco,
marito della sorella di Ulisse e aristocratico dell’isola di Cefalonia (Same),
fu al fianco del cognato nella guerra di Troia e nell’Odissea narrata da Omero.
Euriloco guidava il drappello inviato al palazzo della maga Circe ma, edotto dello
straordinario potere di seduzione della donna, si rifiutò di entrare. Tutti i
suoi uomini furono adescati e ridotti a schiavi dell’eros – cosa resa nel mito
dal linguaggio figurato dell’aver assunto una pozione magica che li aveva
trasformati in maiali – ma Euriloco non si lasciò convincere ad entrare e tornò
da Ulisse, raccontandogli l’accaduto e testimoniandogli la sua integrità di
marito fedele alla sorella dell’eroe.
Questo racconto è tra le più antiche testimonianze
letterarie del valore sociale della fedeltà monogamica presso la cultura greca,
fondamento con quella giudaico-cristiana della civiltà occidentale.
I criceti delle praterie o arvicole delle praterie (Microtus
ochrogaster) costituiscono un modello per lo studio delle basi neurali della
monogamia: dopo il primo rapporto sessuale i due partner rimangono assolutamente
fedeli tra loro e non si accoppiano mai con altri. Si continua a studiare per
determinare nel cervello la differenza funzionale con le specie poligame.
Zoologi, etologi, e sociologi hanno studiato i
vantaggi della monogamia nelle comunità animali e nelle società umane. Nella
nostra specie la monogamia non è determinata biologicamente e, anche se è stata
coltivata come un valore nel mondo di cultura ellenica e ancor più in quello
cristiano, richiede supporto psicologico e forza morale per essere rispettata.
Un aiuto in passato veniva dal valore socialmente riconosciuto, e
affettivamente consolidato attraverso i legami di parentela, della fedeltà
quale requisito essenziale per la rispettabilità e l’onorabilità di ciascuna
persona. Tale valore, presente nel mondo greco antico, in quello ebraico, nei
cinquecento anni di ellenizzazione dell’Europa, nell’Impero Romano, nel Medioevo,
nell’Era Moderna fino al XX secolo, oggi sembra scomparso e, addirittura, in
molte società occidentali e orientali sembra essere considerato un disvalore.
La fedeltà è un fattore di stabilità psico-adattativa per i membri della coppia
e contribuisce alla solidità della struttura portante della società costituita
dalle famiglie.
Si sottovaluta il rischio entropico generato da una
diffusa e disordinata poligamia camuffata da “libertà di scelta e cambiamento”
in tema di rapporti affettivi. Senza contare che la scristianizzazione delle
società occidentali, avviata già a metà del secolo scorso, ha portato sempre
più le maggioranze sociali a trascurare la cultura religiosa in materia di rapporti
interpersonali, al punto che gli stessi credenti non si comportano in modo
conforme alla propria fede, spesso non avendone reale consapevolezza.
Per i cristiani, il sacramento del matrimonio è un
patto di legame dei due coniugi con Dio, che ha parte di contraente
sacramentale e non di semplice testimone; pertanto, la fedeltà consiste nel non
tradire il Signore, prima ancora che la persona amata. Difficile immaginare una
garanzia migliore per la stabilità di una coppia.
Il mutamento socio-antropologico globale del XX secolo,
che ha portato al centro delle ragioni dell’unione l’esercizio dell’attività
sessuale quale diritto individuale, ha contribuito a scardinare l’impianto
sociale basato prevalentemente su famiglie originate da coppie monogamiche,
favorendo una disordinata e inapparente poligamia di fatto e di comodo, che genera
entropia psicoaffettiva e disgregazione sociale più dei dissidi matrimoniali,
presenti nelle società umane dalla notte dei tempi [Monica Lanfredini, BM&L-Italia,
ottobre 2022].
Decifrata la misteriosa scrittura elamita
pittografica lineare senza ricorrere a metodi computerizzati. Elam,
figlio di Sem e nipote di Noè, secondo la tradizione biblica diede nome a una
regione posta a ovest del corso inferiore del fiume Tigri. La terra di Elam,
detta Elumais dai Greci e Susiana dai Romani, fu sede di un’antichissima civiltà,
che si fa risalire al III millennio a.C., anche se negli scavi archeologici
sono stati trovati reperti risalenti al VI millennio, e fu nel tempo
assoggettata da Nabucodonosor I, Assurbanipal e Ciro il Grande. È stata
ricostruita una storia complessa per la terra di Elam, con alterni rapporti di dominazione
o dipendenza con il paese di Sumer e la Babilonia, pertanto le relazioni e i
confini culturali tra Elamiti, Sumeri e Babilonesi, non sono nettamente distinti
e demarcati, ma è ben noto che la terra di Elam divenne parte dell’Impero
Persiano.
In proposito, ci piace notare che uno degli elementi
stilistici col quale comunemente si caratterizza e si riconosce l’arte persiana
è in realtà un motivo distintivo di opere elamitiche enormemente più antiche e
reperite in epoche recenti. Qui ci occupiamo della civiltà elamitica per la
scrittura, che fu una delle tre scritture ufficiali dell’Impero Persiano.
L’importanza di questa scrittura nel mondo antico si
comprende facilmente se si tiene conto che antecedenti di notazione contabile
protoelamita risalgono addirittura al IV millennio a.C.
Un mezzo di archiviazione arcaico, legato a tributi
e dati contabili, è quello di sfere cave di argilla, dette bullae, che
contenevano contrassegni corrispondenti in numero alla quantità di merci
trasportate. Analoghi alle bullae sono dei boli di argilla, che venivano
pressati ancora freschi su vari oggetti e poi contrassegnati con un sigillo
personale, ai quali in archeologia si dà il nome di cretule.
Una cretula trovata a Sarh-e Suxte e databile
intorno al 3000 a.C. porta impressi ideogrammi in scrittura protoelamita; a
Tepe Yahya sono state rinvenute cretule associate a tavolette in protoelamita (3400-3000
a.C.), il che indica la nascita della prima forma di elamita in piena epoca di
cretule.
Si conoscono due scritture elamitiche, quella cuneiforme
ridotta a un sillabario di 113 segni di facile lettura e quella pittografica
o lineare fino a oggi non decifrata. L’elamita cuneiforme, basato sui
113 segni sillabici, è la lingua in cui è scritta la seconda versione delle
iscrizioni achemenidi trilingui e, soprattutto, ci è nota dalle innumerevoli
tavolette del tesoro e delle fortificazioni della città di Persepoli.
L’impresa di decifrazione della scrittura elamita
pittografica o lineare, compiuta lo scorso anno (2021) e
presentata ieri a Firenze, si deve al francese François Desset, che ha fra i suoi
collaboratori Gian Pietro Basello. L’aspetto per noi interessante della
decifrazione è che è stata ottenuta senza ricorrere ai sofisticati metodi
computerizzati imperanti in questi studi, mediante un procedimento di semplice ragionamento
per tentativo ed errore, basato sul confronto con l’elamita cuneiforme di
segni pittografici dell’elamita lineare rinvenuti su frammenti di iscrizioni
contenenti verosimilmente i nomi di re e divinità. [BM&L-Italia, ottobre
2022].
La strana massificazione della
società contemporanea priva il soggetto di possibilità e risorse di adattamento
psicologico. Proseguendo nelle riflessioni proposte in estrema
sintesi nelle “Notule” della scorsa settimana (v. Il mancato riconoscimento
del valore culturale e morale produce effetti negativi sulla psicologia
individuale e collettiva) al Seminario sull’Arte del Vivere, i membri della
nostra società scientifica hanno focalizzato l’attenzione sugli effetti di quella
particolare forma di massificazione in atto nella società contemporanea che in
molti casi priva il soggetto della possibilità di contribuire alla definizione della
propria identità sociale e trarne nutrimento psicologico, secondo
una modalità storicamente riconoscibile e presente fin dagli albori delle antiche
civiltà.
Oggi sei inevitabilmente utente, contribuente,
elettore, acquirente, spettatore e così via, ma non puoi essere ciò che tu realmente
sei per ciò che sai fare e puoi fare per gli altri, se questo non rientra in
una forma di ruolo codificata dal mercato del lavoro e il cui riconoscimento sia
affidato a istituzioni, organismi o, talvolta, consorterie agenti da gruppi di
pressione (lobbies) che gestiscono un potere sottomesso a quello
politico-economico. In altri termini, si tratta di una condizione paragonabile
a quella dello schiavo al quale il suo padrone, se ne ha convenienza materiale,
concede di assumere un ruolo operaio particolare. Non sono eccezione a questa
regola le associazioni di volontariato, perché obbediscono ai criteri di integrazione
basati sul riconoscimento legale e sul controllo politico.
Ma non è questa la questione da noi affrontata al
seminario, anche se alcuni hanno proposto questa cornice sociologica per l’argomento
così offerto alla riflessione da Lorenzo Borgia e altri soci, in chiave di
psicologia individuale: “Il problema riguarda il singolo nel rapporto con le
persone che lo circondano e consiste nel poter vivere l’espressione
spontanea di valori coltivati e vissuti come tratto identitario
in un contesto di conoscenza, di reciprocità e di scambi quotidiani. E questo
non avviene anche perché l’organizzazione individualistica della vita e l’abitudine
della maggioranza a comportarsi come una massa priva di intelligenza critica e
potere di giudizio, che si limita a seguire istruzioni, ha logorato la capacità
di valutare, conoscere, comprendere e apprezzare ciò che rimane estraneo al
ciclo delle funzioni sociali controllate, e dunque ha minato la capacità di
riconoscere e apprezzare il valore dell’altro”.
Uno spunto emerso dalle riflessioni di Monica
Lanfredini e altri partecipanti al Seminario ha denunciato la perdita nella
società contemporanea – a causa di un abbrutimento culturale – di una risorsa
di adattamento psicologico alla realtà, costituito da uno stile di vita
documentato nel tempo dall’antica Grecia al secolo scorso, passando per la sua celebrata
diffusione nel Rinascimento italiano, e basato su due costanti antropologiche:
1) il libero potere dell’uomo di attuazione e realizzazione di opere materiali
e immateriali; 2) il riconoscimento comune e condiviso del valore delle opere,
con conseguente considerazione del suo autore. [BM&L-Italia, ottobre 2022].
Notule
BM&L-15 ottobre 2022
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Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale
94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Thomas Mann, Le storie di Giacobbe, p. 23, Mondadori, Milano 1980.
[2] Thomas Mann, op. cit., ibidem.
[3] Thomas Mann, op. cit., ibidem.
[4] Thomas Mann, op. cit., ibidem.
[5] Cfr. Thomas Mann, op. cit., ibidem.
[6] Patrizio Perrella & Giuseppe
Perrella, Note e Notizie 17-09-22 Dalle idee antiche al concetto di infinito
in matematica.
[7] Patrizio Perrella & Giuseppe
Perrella, art. cit.
[8] Cfr. Note e Notizie 08-10-22
Le cinque teorie di Darwin.